Quando il Papa piace ai Laici

9 giugno, 2008

(Corriere.it)

di Pierluigi Battista

Questa volta Papa Ratzinger è piaciuto ai laici. E siccome è piaciuto ai laici, in quest’occasione non si sono sentite le consuete vibrate proteste contro l’indebita «interferenza » vaticana o contro l’inammissibile «intromissione » ecclesiastica negli affari di uno Stato geloso della propria laicità. Non un proclama. Nemmeno una voce, se non quella solitaria dei radicali cui, si sa, non difetta la coerenza.

Eppure i retroscena politici sono concordi nel riconoscere alla moral suasion esercitata dal Vaticano uno dei motivi che hanno indotto il premier Berlusconi, alla vigilia dell’incontro con Benedetto XVI, a sfumare la sua posizione sul reato di immigrazione clandestina. Del resto se, come sembra, i retroscena dicono il vero, non sarebbe una cattiva notizia. Che il capo del governo, su una materia anch’essa, come usa dire, eticamente sensibile, ascolti il parere di un’autorità morale come la Chiesa cattolica (per poi decidere in piena autonomia) è un segno di attenzione culturale non banale. Un’attenzione estesa ai pareri dell’opposizione, degli organismi internazionali, di tutto il mondo culturale su un tema così fondamentale per la dignità umana da richiedere sensibilità, una durezza mai disgiunta da un minimo di pietas, una soluzione pragmatica e non l’esibizione di un vessillo ideologico. Parlare con la Chiesa (come con tutti) dunque si può. Ascoltarne i suggerimenti (come quelli di tutti) non è in quanto tale sintomo di lesa laicità. Riconoscerne l’autorevolezza non è un segno di subalternità neoclericale.
Proprio il silenzio di questi giorni, se confrontato al clamore che ha accompagnato casi analoghi, significa però che il riconoscimento di un tale principio è soggetto alle volubili intermittenze della ragion politica.

Che il tener conto delle obiezioni della Chiesa per poi decidere nel pieno rispetto del carattere laico dello Stato è una regola buona solo a seconda delle convenienze. Se è infatti legittimo il monito cattolico sulla riduzione della semplice clandestinità a reato passibile di sanzioni carcerarie, come possono diventare illegittimi i suoi interventi su altre materie sulle quali lo Stato deve legiferare? Se la Chiesa dice la sua sul trattamento degli immigrati clandestini, o sull’amnistia, oppure sulla spedizione italiana in Iraq (su temi insomma sempre molto cari alla sinistra), è giusto fare attenzione, e se invece interviene sull’aborto, o sull’eutanasia, allora bisogna fermamente rintuzzare l’attacco allo Stato laico?
Questo doppio standard nasce dalla difficoltà di ammettere che non esistono leggi dello Stato eticamente «neutrali», sulle quali l’intervento della Chiesa sarebbe arbitrario, e altre così cariche di valori morali da permettere anche alla Chiesa di esprimersi. Il modo di trattare i clandestini o la difesa intransigente della pace avrebbero una valenza morale. Ma non l’aborto, l’eutanasia, rubricate a intangibile sfera dei «diritti civili » e, perciò, in quanto tali di esclusiva pertinenza della sfera laica. Invece il diritto di intervento culturale e morale da parte dell’autorità cattolica non può essere dimezzato, sebbene una regola molto semplice faccia fatica a imporsi in Italia: nella discussione sui valori che ispirano le leggi ogni voce è libera, ma nella decisione è invece libero lo Stato. Da oggi, forse, c’è una ragione in più per sostenerla.


Emma Bonino: il Papa? è patetico

5 giugno, 2008

(Il Giornale.it)

Il Papa parla bene dell’Italia e del suo governo? «Patetico» sentenzia Emma Bonino.
Parole dure da parte della radicale, da sempre in polemica con la Chiesa e con le sue gerarchie. Le sue critiche però di solito riguardano questioni etiche, diritti individuali e laicità delle istituzioni. Questa volta invece la condanna della Bonino suona del tutto personalistica e piuttosto gratuita.

L’ex ministro per il Commercio estero fa riferimento a un intervento del Pontefice pronunciato pochi giorni addietro davanti alla Conferenza Episcopale.
«Quando il Papa ha detto: ho il cuore pieno di gioia per il clima politico in Italia e poi subito dopo ha aggiunto che sarebbe più contento se si finanziassero le scuole private cattoliche, e gli ospedali cattolici. Non so trovare un altro aggettivo: l’ho trovato patetico», è la dichiarazione che la Bonino rilascia ai microfoni di Radio Radicale. Non paga di aver definito il Santo Padre «patetico» aggiunge: «Ho trovato una diminutio nel fatto che un grande leader religioso a vocazione mondiale nella riunione della Cei si dà come orizzonte l’Italia e questo passaggio della cronaca politica italiana». Poi, come se qualcuno potesse avere dubbi, precisa di «non essere cattolica» per questo la cosa la «infastidisce e basta» mentre se fosse cattolica allora sì che sarebbe «particolarmente irritata». Ma che ne sa la Bonino di che cosa irrita i cattolici? «Il leader religioso con un orizzonte globale sulla parola divina si pone in realtà come orizzonte (ben che vada) l’Italia, – osserva la radicale – anzi Roma e anzi la contingenza politica».

Dunque patetico il Papa e patetico pure chi lo apprezza, sempre secondo la Bonino che definisce «altrettanto patetici gli osanna di quasi tutto lo schieramento politico italiano». Talmente patetica la politica italiana da indurre la radicale a ricordare con nostalgia «gli anni vissuti nel mondo arabo, dove ci sono regimi teocratici, ma dove questa ingerenza così quotidiana, televisiva (ad ottobre avremo la Bibbia letta in diretta dal Papa), pur guardando spesso Al Jazeera o Al Manar, questa presenza così pervasiva non l’ho trovata. Mi ha fatto davvero impressione. Si va ben al di là dell’ingerenza, abbiamo un governo, poi un governo ombra e poi c’è un altro governo ombra ben più potente».
Insomma meglio l’Iran di Ahamadinejad della democrazia italiana. Commenti che suscitano l’indignazione del professor Rocco Buttiglione, Udc. «È vergognoso l’odio anticristiano di Emma Bonino. Paragonare il Papa a regimi islamici nei quali i cristiani sono perseguitati e talora messi a morte è possibile solo per una mente in cui l’ideologia viene a sopraffare ogni minima misura di buonsenso – dice Buttiglione -. La Chiesa non opprime nessuno. La Chiesa non interferisce, la Chiesa semplicemente parla a nome di quelli che condividono il suo pensiero, espone ragioni di cui tutti sono liberi di tener conto o non tener conto».